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Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 489 (Expl. A, 02.03.2011)
5 | Cfr. Miller 2004, 518 n. 955 che integra wa-a-tar alla fine di Ro. 10. |
8 | Qui inizia 27/c. |
9 | Lettura in base alla collazione sulla foto; il segno finora è stato sempre letto ⌈e⌉ (cfr. da ultimo Groddek 2004, 59 e Mouton 2008, 110 che pure inseriscono un punto interrogativo) e il pronome tradotto „these things/diese (Dinge)/ces choses“. Tuttavia la presenza dell'avverbio di luogo apiya sembra anche più logica, in quanto sarebbe riferita all'edificio kallistarwani- citato al kolon 29, rispetto a un generico pronome apē il cui termine di riferimento non risulta chiaro. |
10 | Qui inizia MAH 16871. |
11 | Groddek 2004, 59: MUNUS<-aš>. Il segno -aš è tuttavia chiaramente visibile sulla foto. |
12 | Qui si interrompe AnAr 8349. |
13 | Lettura in base alla collazione sulla foto. La testa di un cuneo orizzontale è, infatti, chiaramente visibile prima della lacuna. |
14 | La lezione del testimone A è certamente erratta. Cfr. anche Beckman 1983, 156. |
15 | Qui si interrompe 1660/c. |
16 | Qui inizia AnAr 9153. |
17 | Qui si interrompe 27/c. |
20 | Qui inizia 2090/c. |
21 | Qui si interrompe MAH 16871. |
29 | L'esemplare B omette questa riga. |
30 | Qui inizia 1732/c. |
31 | Qui si interrompe 2090/c. |
32 | Qui inizia 1741/c. |
37 | L'integrazione di Beckman 1983, 136: [KASKAL-az ḫu-it-ti-ya-an-z]i!? non è sostenibile per motivi di spazio, dal momento che la lacuna iniziale può contentere al massimo quattro segni. |
38 | Beckman 1983, 138 integra ku-it-ma-an-za, credo tuttavia che sia possibile anche un'integrazione ma-aḫ-ḫa-an(-ma)-za. |
44 | Il segno oltre che -a-, potrebbe essere letto anche -e- oppure -ya-. Cfr. Beckman 1983, 140: a-pa-]a-aš. |
48 | Cfr. Beckman 1983, 140 e Mouton 2008, 113: ú-wa-an-[na pa-iz-z]i. |
49 | Dalla foto sono visibili deboli tracce di un segno, non riportate nella foto, che potrebbero far pensare a -y[a. |
50 | Lettura in base alla collazione sulla foto. |
53 | Qui inizia MAH 16871 Vo. |
54 | Segue una linea di paragrafo che è tuttavia disegnata soltanto a partire dalla metà della larghezza della tavoletta. Non è quindi chiaro se la linea debba essere presa effettivamente in considerazione, tenuto conto anche del fatto che nella sezione corrispondente sul Recto non è presente. |
55 | Beckman 1983, 142 legge: -u]š?, ma il segno potrebbe anche essere letto -d]a. |
57 | Qui inizia 1660/c Vo. |
58 | Qui si interrompe AnAr 9153. |
59 | Beckman 1983, 142: A-N[A , ma cfr. nota la kolon 63. |
60 | Contrariamente sia all'autografia in KBo 17.65 sia all'edizione in Beckman 1983, 144 e Mouton 2008, 114, 2078/c e MAH 16871 sono molto più vicini, tanto che più avanti i frammenti sono addirittura a contatto, cosicchè in questa riga non è andato perduto alcun segno. Cfr. anche il „joinskizze“ in Konkordanz sub KBo 17.65, dove la distanza fra i due frammenti è riportata in modo corretto. |
61 | Ancora una volta la distanza fra i frammenti è decisamente minore rispetto a quanto riportato nell'autografia. Cfr. le considerazioni alla nota precedente. |
62 | Diversa la lettura del termine hurrita in Beckman 1983, 144: ul-mu-ri-ul-zi-iz(-)[?]. A mio avviso, però, la lettura ulmuḫulziya sembra più plausibile in quanto si tratterebbe di un cosiddetto „hurritische Ritualterminus“ che pur non altrimenti attestato (non compare in Haas 1998), sembra avere senso da un punto di vista morfologico. Risulterebbe, infatti, composto dalla radice ulm-, riconducibile forse al termine ulme/i- „serva“ (cfr. il vocabolario trilingue da Ugarit RS 34.2939, 166 dove si ha la corrispondenza con il sumerico GÉME e con l'accadico amtu), e dall'elemento (suffissale?) -lzi preceduto dal complemento -uḫ- e dalla vocale tematica -u- (cfr. Haas – Wilhelm 1974, 135-136 e Haas 1998, 10), che ricorre in alcuni dei succitati termini rituali hurriti (cfr. ḫaruḫulzi, talaḫulzi, tuhulzi, ulaḫulzi, uda(ḫ)ḫulzi). Il termine potrebbe forse significare „servitù“, un termine che si adatta al contesto rituale in cui ci troviamo, soprattutto prendendo in considerazione Vo. 57 dove si dice che la donna è diventata serva della dea Ḫepat. |
63 | Qui termina 2078/c e comincia AnAr 8349. |
64 | Beckman 1983, 144 integra ⌈2⌉? [GAD? da-a-i]. |
65 | Qui si interrompe MAH 168871. |
67 | Scritto con aplografia: ú-i-ga-in. |
68 | Qui si interrompe 1660/c. |
70 | Contrariamente all'autografia in KBo 17.65, la foto mostra che il segno, parzialmente in lacuna, è chiaramente un NI. Perciò occorre correggere anche la lettura in Beckman 1983, 144: A-N]A. |