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CTH 489

translatio

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 489 (TRit 01.03.2011)

1 [Così parla … ]
2 [Qu]ando una donna resta incinta
3 ed essa [dentro] la casa [ … ]1
4 essa sulla sedia della partoriente non si siede
5 – (la sedia) (è) aperta successivamente2
6 [ … ]
7 [essa … ] viene,
8 si puli[sce] con kunzigannaḫit3
9 [(e) … ]
10 [ … ]...
11 il marito non 'entra' più con sua moglie4,
12 . [ … ]
13 [(e) n]el settimo mese compie il sacrificio māla5 della gravidanza6
14 Inol[tre] i sacrifici [ … -]raya7 [che(?)] (sono) davanti a [ … ]
15 li compie interamente davanti
16 [ … ]
17 compie proprio il sacrificio māla.
18 Poi comp[ie] un sacrificio per lo uzi (e) per lo zurg[i].
19 Ed essa? conferisce purezza8.
20 Al mattin[o la donna] purifica la [pro]pria [bocca] nel modo seguente:
21 l'incantatore su/in un vaso grande di ar[gilla (cotta) … ],
22 però ḫarnai-9 getta dentro (al vaso);
23 anche (legno di) cedro, (legno di) oliv[o (e) (legno di) tamarisco] mette [dent]ro (al vaso).
24 (La donna)10 allora purifica la propria bocca.
25 Ma [come] egli (= l'incantatore) recita in hurrita,
26 questa è una tavoletta separata.
27 Poi [non] le (= alla donna) (è) concesso [di … ] indietro/di nuovo.
28 Se qualcuno la chiama,
29 allora lei [v]a nell'edificio kalli[štarwana-]11.
30 Ma nel modo in cui la disposizione della pulitura e della purificazione della sedia della partoriente (è fatta),
31 esattamente allo stesso modo anche lì (cioè nell'edificio kallistarwana-) (è fatta).
32 Non le (= alla donna) è concesso mangiare (o) bere avanzi12,
33 [(e) anche] tappi- non mang[ia].
34 Crescione13 triturato14 non [man]gia,
35 [ma] man[gia] (soltanto) [cr]escione [del] giardino.
36 L'uomo mangerà l'aštauwar della donna,
37 la donna non mangerà [invece l'ašt]auw[a]r dell'uomo.
38 [S]e suo marito si trova con lei,
39 anche quel[lo] (viene) lavato [p]uro.
40 Quando (è il momento) di mangiare,
41 egli si siede presso di lei15.
42 Comunque è necessario un tavolo per il marito16,
43 anche per la moglie17 questo è necessario.
44 Per loro è necessario anche un piatto grande.
45 In realtà il marito sta con lei,
46 ma la donna non mangia con lui.
47 Sia gli [ogget]ti di legno che gli oggetti di argilla, lo sgabello e il letto tutti nuovi (e) vuoti si prendono;
48 invece (ne)gli oggetti di bronzo che (ci sono)18,
49 all'interno si accende un fuoco.
50 Questi (oggetti) vengono presi nuovamente;
51 proprio tutti si prendono.
52 Non c'è alcuna recitazione.
53 Ma [quand]o (la donna) partorisce,
54 appena passa il settimo giorno,
55 [proprio in que]l settimo giorno si celebra il sacrificio māla del neonato19.
56 Inoltre s[e nasc]e [un figlio maschio],
57 nel mese in cui [egli è na]to
58 – che (siano) rimasti un giorno [oppure] due giorni –
59 [si] calco[la] (la sua età) a partire [da que]l mese20.
60 Quando [giunge il terzo mese(?)],
61 si lava [il figlio maschio] con kunzigan(n)aḫit21.
62 Però gli incantatori conoscono il kunzigan(n)aḫit,
63 [quel]li dunque [lo] offrono [a … ].
64 [S]e nasce invece una figlia femmina,
65 si conterà a partire da quel mese.
66 Quando [giun]ge il quarto mese22,
67 si l[ava] la figlia con kunzigan(n)aḫit
68 Quando (è tempo) per la festa della nascita23,
69 (cioè) allorchè la donna partorisce,
70 come si celebra la festa,
71 (è) [de]scritto su una tavoletta di legno24
72 ed essa (è) (una tavoletta) di Kizzuwatna.
73 [Non] conosco la festa oralmente [a memoria]25
74 (e) la porterò (qui) da là.
26
75 Finchè (la festa) non giunge a termine27,
76 non si colpisce (e) non si combatte nessuno;
77 e neppure si commette peccato contro nessuno.
78 Se [qualcuno] sarà in collera,
79 [allora] indietro [ ].
80 Ma nel caso in cui si faccia avanti,
81 ci si metterà ad [inter]rogarlo(?)28.
82 [Ma] quando [la donna] resta incinta,
83 le dee madri del corpo di nuovo/indietro [ … ].
84 Il modo in cui si celebra in quell'occasione la festa per loro,
85 questo è (scritto) su una tavoletta separata.
86 Ma il modo in cui (è) fissata [la successione] dei? giorni,
87 anche quella (descrizione) (è) in una tavoletta separata.
88 [(Ma) mentre/quando la d]onna (è) incinta,
89 [celebrano] la festa del mese per le dee madri del corpo,
90 pure offrono [ad esse un sacrificio]
91 e dopo il viaggio le (sc. le statue delle dee madri) consegnano (sc. per la celebrazione della festa e del rituale?).29
92 Ma quando le [porta]no [dentro]30,
93 le sistemano nella casa della sedia della partoriente
94 anche gli indovini danno [il/la/gli/le … ] del [gi]orno(?) allo stesso modo.
95 [Q]uando però la don[na partorisce,]
96 nel giorno in cui partorisce,
97 [si compie il sacrificio] m[āla] per le dee madri del corpo
98 [(e) in qu]el giorno si celebra [per loro(?)] la festa della nascita.
99 Essi/ciò … [ … ]
100 (e) completano perciò31 la festa per loro(?)
101 [ … ]
102 [ … ] mandano via.
103 Per le dee madri e per Ḫepat [ … ]
104 [ … ] … fanno un sacrificio
105 nella misura in cui (va) bene al mandante del rituale.
(Fine del Recto di A.)
105a [Una?] tavoletta lunga fini[ta. Quando una donna partorisce, lei nella] casa [ … ] … [ … ]32
106 [ … ]
107 [Qu]ando una donna resta incinta,
108 lei quindi non si siede sulla sedia della partoriente
109 [ … ]
110 la disposizione (è) nel modo seguente
111 [ … ]
112 [Qu]ando nel sesto mese restano due giorni
113 [il marito non 'en]tra'33 [più con sua moglie]
114 [ … compie i sacrifici maršaya delle sacerdotesse]
115 [(ma) quando] porta a termine i sacrifici maršaya34 delle sacerdotesse35,
116 [ … ].
117 [Quan]do il (sacrificio?) māla e il [ … ] di/per Apritta compie36,
118 [p]oi [in se]guito compiono i sacrifici maršaya dell'indovino;
119 [ma quando] porta a campimento i sacrifici maršaya [dell']indovino
120 [in quel g]iorno realizza per intero un sacrifico per lo uzi
121 e conferisce purezza.
122 [ … ] vengono tinte (e) bagnate.37
123 Ed esso (i.e. l'edificio) è stato chiuso in precedenza.
124 [ … ] … la donna porta a termine i rituali.
125 Qualunque cosa davanti a lei [ … ],
126 gliela danno pure da mangiare.
127 E sia che quella appartenga alla divinità della notte [oppure al]la [divinità … ],
128 lei (sc. la donna) porterà a compimento il rituale.
129 [M]a [quando] (le offerte per) la lode e il benessere (sono) davanti a lei,
130 allora [com]pie [t]utto quanto.
131 Se qual[che] rituale appartenente all'edifico šinapši è [stabili]to (come) dannoso per lei,
132 compirà anche quello.
133 Ma quando porta [tutto] a termine,
134 qualunque fatto relativo all'edifico [šina]pši [vie]ne vis[to] in sogno
135 – allorchè qualcosa appare nella sua mente –
136 per qu[e]l fatto brucierà completamente uccelli n[ell']edifico šinapši.
137 Poi nell'edificio šinapši lei fa sacrifici [per il benes]sere
138 (e) mangia nell'edificio šinapši.
139 Quindi la donna [esc]e fu[ori] dal tempio,
140 mentre davanti al portale (del tempio) (vengono) spezzati pagnotte calde
141 (e) le riduco[no] in briciole (di pane).
142 Quindi quando la donna giunge (al portale)38,
143 danno (alla donna?) un pane šaniddu-(?)39 (e) un pane gaz(za)mi-,
144 anche ai sacerdoti patili, alle donne katra (e) ai portatori della fiaccola pani gaz(za)mi- danno
145 La donna esce fuori nell'arzana-40
146 (e) viene la[va]ta in modo puro.
147 Se suo marito (è) daccordo41,
148 allora [lui mangia(?)] insieme a lei.
149 Ma dovunque (sembra) opportuno,
150 lui/lei (la/lo) conduce là42.
151 Ma qu[an]do giunge l'ottavo mese,
152 quando dunque restano due giorni
153 la donna si lava.
154 Ma al mattino seguente si [la]va la bocca.
155 [Gli og]getti di argilla e gli oggetti di legno tutti vuoti si prendono;
156 inve[ce (ne)gli oggetti di bron]zo che (ci sono),
157 all'interno si accende un fuoco.
158 Questi (oggetti) vengono presi nuovamente;
159 proprio tutti [ … ] li prendono.
160 Non c'è alcuna recitazione.
161 [ ... ]
162 la donna va dentro quell'edificio
163 la sedia della partoriente [ ... ]
164 [ ... ] compie sacrifici zurgi dentro quell'edificio.
165 Successivamente [l'incantatore43] getta ḫarnai- dentro [ ... ]
166 E cedro, oliv[o], tamarisco ... ] dentro non mette.
167 [(La donna) si puri]fica [la propria bocca,]
168 ma il [mo]do in cui (sc. l'incantatore) recita in hurrita,
169 questa è una tavoletta separata.
170 [ ... ] ...
171 e dentro puliscono.
172 Dopo la donna [no]n viene fuori
173 [ ... ] ...
174 [Ma quando (la donna) partorisce],
175 [appen]a passa il settimo giorno,
176 proprio in quel settimo giorno [si celebra] il sacrificio māla del neonato44.
177 [Inoltre se na]sce [un figlio maschio],
178 nel mese in cui [egli è na]to
179 – che (siano) rimasti un giorno [oppure] due giorni –
180 [si] calco[la] (la sua età) a partire [da que]l mese
181 Quando gi[unge] il terzo mese,
182 si lava il figlio maschio con kunzigan(n)aḫit.
183 Però gli incantatori conoscono il kunzigan(n)aḫit,
184 [quel]li dunque [lo] offrono in sacrificio.
185 Se nasce invece una figlia femmina,
186 si cont[erà] a partire [da que]l mese.
187 [Qu]ando [giun]ge il quarto mese,
188 si lava [la fi]glia con [kunz]igan(n)aḫit
189 Quando (è tempo) [per la festa] della nascita,
190 (cioè) allorchè la donna [parto]risce,
191 come [si celebr]a la festa,
192 (è) [de]scritto su una tavoletta di legno45
193 ed essa (è) (una tavoletta) di Kizzuwatna.
194 [Non] conosco la festa oralmente a memoria46
195 (e) la (sc. la tavoletta) porterò (qui) da là.
196 Quando [si fan]no [sacrifici] a Ḫep[at],
197 si prendono queste cose:
198 un uccello grande, [un? pane m]ulāti- di mezza manciata di farina, quattro pani sottili, olio, un po' di ... [ ... ] e una brocca di vino.
199 (La donna?) sacrifica a lei (sc. Ḫepat) per lo ulmuḫulzi-,
200 poi riempie [ ... ]
201 Successivamente l'incantatore [ ... op]pure un mantello o una co[perta(?) ... ]
202 il si[gnore del rituale] (li) colloca.
203 Ma sotto le sue (sc. della donna) mani le [mette] due pagnotte [(e) una manciata di pappa di grano],
204 sotto i [(suoi) piedi le] mette [due pagnotte] (e) una manciata di pappa di grano,
205 [sopra(?)] al suo collo le [mette] un giogo [ ... ]
206 ma accanto47 a lei due kišri- [ ... ], due tarpala- [ ... mette].
207 L'incantatore [le] si mette a sedere sulla schiena
208 ... [ ... ] ... [ ... ]
209 un lakšai piccolo d'argento – il suo peso (è) un tarna- – fissato [ ... ] toglie.
210 [ ... ]
211 [“tu] sei diventata serva di (lett.: per) Ḫepat
212 (e) per lei serva [ ... ]48
213 [ ... ]
214 [ ... ] tu devi proteggere il tempio, il comando e l'usanza cerimoniale (di Hepat)!”.
215 [ ... a quell]a divinità (la donna) si inchina.
216 Qualunque apparato per il rituale (vi sia),
217 lei lo [darà(?)].
218 Finito.
219 [ ... ] ... offre in sacrificio nel modo seguente:
220 un kišri. due tarpala, [ ... ] di (uno) šûtu di farina, un pane mulati di mezza manciata di farina, quattro pani sottili [ ... ], un po' di olio di sesamo e una brocca di vino si prende
221 A lui/lei cest[i ... ];
222 colui/colei che offre in sacrificio [ ... ]
223 l'EN.SISKUR lo/la ricompensa;
224 ciò che a lui/lei (sembra) buono,
225 [(ciò?) a lui/lei ... dà]
226 [ ... offro]no in sacrificio nel modo seguente:
227 (c'è) un uccello grande, un pane šaniwali-, pappa [di grano ... man]ciata, cinque pani sottili, un cesto(?)49 di frutta.
228 Essi a lui/a lei ... [ ... ]
229 Non c'è niente.
230 [ ... ] offre quelle cose in sacrificio [a(?)] Ḫepat
231 poi davanti alla divinità [ ... ]
232 fanno il giro di Ḫepat (e) degli (altri) dei per dare (loro) da bere.
233 Quando però ... [ ... ]
234 [ ... ]va.
235 [ ... ] ...
236 lei [porta] la figlia di nuovo nella sua casa
237 [ ... ]dà da bere,
238 poi li ricompensa con tre sacrifici
239 qualco[sa ... ]
240 [ ... una pe]rsona in salute a chiama[re ... ]50
241 [ ... ]
242 non c'è niente.
243 Se a chiamarlo [ ... ]
244 lei paga un pegno proprio a lui
245 [ ... ] ... e i cantori nella sua casa di nuovo conduce
246 [ ... ] ...
247 Poi pa[ga un pegno] a loro.
1
Sull'incipit di questo rituale e per un probabile riferimento all'interno del catalogo KBo 22.102 Vs.? 8'-9' (CTH 282.12), cfr. da ultimo Dardano 2006, 256-257.
2
Nella traduzione si segue in parte l'intepretazione contenuta in Beckman 1983, 152 secondo cui kinuwan è un part. nom./acc. sing. Tuttavia, data l'assenza di una congiunzione nu o di un particella enclitica legata all'elemento iniziale EGIR-pa, si è considerata la proposizione contenuta nel kolon come una sorta di inciso che serve a spiegare perchè la partoriente non si siede subito. Il fatto che la sedia ḫarnau- potesse essere fornita di una sorta di meccanismo di apertura, può essere ricavato forse (il contesto non è del tutto chiaro) anche da KUB 9.22 Ro. I 49 (CTH 477.A) = Bo 4876, 10' (CTH 477.F): nu ḫ[ar-n]a-⌈a-ú-i⌉ (var. in F: [ḫar-na-]⌈a⌉-ú) [p]é-a-an ki-nu-u[z-zi] “aprono la sedia da davanti“ oppure „aprono la sedia (stando) davanti“ (diversamente Beckman 1983, 93: „and makes a (ritual-)opening (of the chamber)“).
3
Per un tentativo di interpretazione di questo vocabolo cfr. Beckman 1983, 129-131 e più recentemente Mouton 2008, 121-122.
4
Cfr. Klinger 2010, 185 con n. 49.
5
Su questo termine di significato oscuro, attestato soltanto in questo rituale, cfr. Starke 1986, 160 che ipotizza un'origine luvia, mentre Beckman 1983, 153, CHD L-N, 125a e Klinger 2010, 185 n. 50 optano per una derivazione dal hurrita. L'ipotesi di Haas 1994, 578 n. 238 che identifica il termine māla citato all'interno di CTH 489 con il fiume Mala (il nome ittita dell'Eufrate), non può essere presa in considerazione.
6
Diversamente HW2, 324a, seguito da Neu 1982, 135 Anm. 45, intepreta armaḫḫuas come genitivo retto da ITU 7KAM e traduce: „im 7. Monat der Schwangerschaft“.
7
Cfr. il vocabolo hurrita ni-e-ra-a-y[a] in KUB 7.51, Rs. 14' (CTH 500).
8
Sul termine šeḫelli(t)- cfr. Trémouille 1996, 83 sgg., secondo la quale il vocabolo, insieme alla variante più recente šeḫelliški-, „indique probablement le récipient contenant l'eau qui sera sacralisée par sa permanence durant la nuit sur le toit ou à l'interieur d'un local à ciel ouvert“. Per altri passi in cui šeḫelli(ški)(t)- compare in connessione con i termini rituali hurriti uzi- e zurgi- cfr. per es. KUB 7.52, Ro. I 7-8 (CTH 473.B), KBo 35.151+KBo 24.54+ Ro. 5'-6' (CTH 706) oppure Bo 4951, 11'-13' (CTH 477.J).
9
Su questo termine cfr. Klinger 2010, 185 n. 53 con bibl. precedente.
Analogamente al kolon 20 (cfr. a tal proposito quanto detto nella nota 3 alla traslitterazione) il soggetto della frase è in questo caso la partoriente (MUNUS), come sembra suggerire anche la presenza della particella riflessiva -za e non il AZU, per il quale invece optano Beckman 1983, 132 e Miller 2004, 518. Non può essere accolta invece la traduzione di Klinger 2010, 186 con n. 55 il quale ritiene che la frase non si riferisca alla donna ma al AZU e traduce: „Und er reinigt sich seinen Mund“. È chiaro però che qui ad essere purificata può essere solo la bocca della donna, da intendere forse come metafora per l'organo sessuale femminile (cfr. Cohen 2002, 67 con n. 291).
Su questo edifico cfr. Klinger 2010, 186 n. 56.
Sul termine aštawar, attestato soltanto in questo rituale e che grazie al join con KBo 39.45 può essere chiaramente compreso come una sostanza che può essere sia mangiata che bevuta., cfr. recentemente Beckman 2010, 91. Molto difficilmente potrà, dunque, essere „was nach Kannibalismus klingt“ come supposto in HW2, 492b. Cfr. anche Haas 2003, 137, 775 che pensa possa trattarsi di „scharfen Gewürzen“.
Haas 2003, 137, 775 traduce „Teufelszwirn?“.
Il verbo ku(wa)škušš- si trova riferito alla piante anche in KBo 32.222, 6' (470.1993): ga-a]n-ga-tiSAR-ya ku-uš-ku-u[š- … ] e in VBoT 88, Vo. III 6' (CTH 470.2105): ]⌈Úḫar-ki ku-uš-ku-uš-zi.
Si noti la ridondanza del pronome enclitico -ši, che ricorre sia dopo na-aš- sia dopo l'avverbio katti-.
Lett.: „per suo marito“.
Lett.: „per sua moglie“.
Meno probabile una traduzione: „gli oggetti che sono di bronzo“; ci aspetteremmo infatti uno ŠA fra UNŪT e ZABAR. Cfr. Beckman 1983, 135: „But such utensils as are of bronze“.
Per il sacrificio māla cfr. kolon 13.
Sulla variante kappuškandu del testimone A cfr. Beckman 1983, 158-159. Klinger 2010, 186 n. 61 fa giustamente notare che „der Abschnittsstrich an dieser Stelle wurde irrtümlich gesetzt, da der Hauptsatz den Relativsatz fortsetzt, der in Vs. 29 beginnt“. La linea di paragrafo è invece nella giusta posizione (tra Vo. 39 e Vo. 40) nella sezione parallela del secondo rituale.
Su questo termine cfr. kolon 8.
Cfr. Beckman 1983, 160-161
Ad una EZEN4 ḫaššannaš in onore di IŠTAR del monte Amano si fa riferimento nel catalogo KBo 7.74+ Ro. II 3'-4' = KUB 30.51(+) Ro. II 1'-2' (CTH 277.4), per cui cfr. Beckman 1983, 222-233 e Dardano 2006, 139.
Su GIŠkurta cfr. Marazzi 1994. Come suggerito in Beckamn 1983, 161 i due pronomi enclitici -aš nei kola 71 e 72 sono probabilmente riferiti al rituale che deve essere celebrato in occasione della festa.
Lett.: la festa [non] (è) per me oralmente [nel cuore].
Per un'interpretazione di questo ambiguo paragrafo cfr. Beckman 1983, 164 e Mouton 2008, 121.
La traduzione segue Klinger 2010, 187. Diversamente Beckman 1983, 137 und Boley 2000, 56 ex. 62 che suppongono che il soggetto del verbo kar(a)p- sia in lacuna. Tuttavia lo stesso Beckman nel commento al rituale (ibid. p. 164) non esclude la possibilità che il soggetto sia „the Festival of Birth“.
Si è supposto con Klinger 2010, 187 n. 66 che si tratti di una „phrasal construction“.
I kola 90-91 si presentano di difficile interpretazione, per cui le integrazioni e la conseguente traduzione sono da considerarsi soltanto come un'ipotesi di lavoro. Per l'integrazione SISKUR al kolon 90 e l'interpretazione di EGIR KASKAL come „dopo il viaggio“ (si fa probabilmente riferimento alla processione rituale durante la quale le statue della divinità venivano portate lungo un determinato percorso) cfr. la fraseologia simile contenuta in KUB 32.130 bd. inf. 13-14 e Vo 21-22 (CTH 710), un rituale festivo per Ištar del campo di Šamuḫa (cfr. per una recente edizione del rituale Klinger 2010, 153sgg., in particolare il commento a pag. 160). Aveva certamente ragione Beckman 1983, 166 a non ritenere accettabile la traduzione „return trip“ per i due sumerogrammi EGIR KASKAL, che invece è tuttora communis opinio (cfr. recentemente CHD P, 254a – ma cfr. anche 74b – oppure Mouton 2008, 117: „sur le chemin de retour“), poichè proprio come nel caso del succitato rituale festivo per Ištar (cfr. Klinger 2010, 160 con n. 20) non si fa riferimento, nelle righe precedenti, a un viaggio o tragitto di andata.
⑄Rispetto a Beckman 1983, 139 si è invece preferito un altro significato per il sintagma pē ḫarkanzi, dal momento che „keep possession“ non sembra aver molto senso, mentre invece „consegnare“ (cfr . CHD P, 255a sub pē ḫar(k)- 3 „to present, deliver, bring“) può riferirsi al fatto che dopo la processione rituale le statue delle divinità vengono consegnate ai funzionari, affinchè le preparino per la celebrazione del rituale, destinato a svolgersi, come si dice alla riga successiva, nella casa della sedia della gestante. E questa è probabilmente la celebrazione che, come si specifica in Ro. 45-46 (kola 84-87), è trattata su una tavoletta separata.
Integrazione incerta, cfr. Beckman 1983, 138, 139.
Si è inteso apēzza con valore avverbiale, per cui cfr. Vavroušek 1988, 338-339. Diversamente Beckman 1983, 139, 167: „according to the model“. Cfr. anche Mouton 2008, 117: „] à partir de cela, on célèbre entièrement la fête“. L'espressione arḫa apēz(za) iya- compare anche in KBo 21.37++ Vo. 6' (CTH 479.3), KUB 45.25, 8' (CTH 775.D.4) e Bo 3374, 5' (CTH 832).
Le integrazioni del colofone si basano sull'incipit del rituale. Sulla possibilità che questo rituale sia riportato nel catalogo KBo 22.102, Vs.? 8'-9' (CTH 282.12), si vedano anche le considerazioni in Beckman 1983, 150 e Dardano 2006, 257. Il colofone di Bo 5831 che non era noto ai due studiosi, non consente, data la sua frammentarietà, nè di smentire nè di confermare il legame tra CTH 489 e il succitato catalogo.
Cfr. nota al kolon 11.
Il fatto che maršaya- possa semanticamente riferirsi alla sfera dell'impurità, per cui cfr. CHD L-N, 199b, si adatta bene al contesto e l'interpretazione può essere certamente accettata.
Le integrazioni ai kola 114-115, che restano puramente ipotetiche, sono basate su Vo 7-8 dove lo stesso rito maršaya viene compiuto per il AZU.
Per la diversa proposta di integrazione rispetto a Beckman 1983, 138, cfr. Starke 1986, 160
Come già supposto da Beckman 1983, 169, le due forme verbali lasciano supporre che il loro oggetto in lacuna sia un edificio o parte di esso.
Beckman 1983, 141 traduce sia il nesso verbale parā uizzi in Vo. 21 sia il nesso parā ari in Vo. 22 come „to come forth“, ma il verbo ari- con il preverbo parā ha un significato che risulta anche dalla logica del contesto.
Lettura incerta, cfr. Beckman 1983, 171.
Per una traduzione „inn“, in quanto „establishment which dispensed food and drink … where there is food, drink, merriment and rooms for overnight guests“, cfr. anzitutto Hoffner 1974a, 113sgg. in particolare 117-119 e HW2, 363: „Gasthaus(?), Haus des a.“. Migliore l'interpretazione di Taggar-Cohen 2010, 121-123 che considera É arzanaš come edificio cultuale, mentre il vocabolo ittita per „locanda, taverna“ sarebbe arzananni.
⑄L'ipotesi di Beckman 1983, 171-172, in cui Éarzanaš è interpretato come forma di dat./loc. plur., in quanto „the designations of buildings in Hittite could in some instances be declined as plurals, probably because the building themselves consisted of a number of rooms“, non sembra del tutto convincente. È forse preferibile pensare, con Hoffner 1974, cit. a un nesso regens-rectum, senza che É debba essere inteso come determinativo per nomi di edificio. A conferma di ciò si possono alcuni riportare esempi, di epoca antico-ittita e medio-ittita, in cui è attestata l'inversione fra regens e rectum, per cui cfr. KBo 34.13, Ro. I 4 (CTH 648), Bo 6594, 6', 7' (CTH 738), KBo 13.223 Vo. III 1', 2' (CTH 652.III), KUB 60.41 Ro. II 12' (CTH 648), e dove la funzione di É come determinativo è chiaramente esclusa.
Lett.: se a suo ma[ri]to (sta) bene.
Il verbo penna- è usato in modo assoluto, senza cioè oggetto espresso, e non è chiaro se il soggetto sia il marito – anche se questa sembrerebbe la soluzione preferibile, in considerazione del contesto che precede – oppure la donna.
Cfr. §4.
Per il sacrificio māla cfr. kolon 13.
Cfr. nota al kolon 71.
Lett.: la festa [non] (è) per me oralmente [nel cuore].
Beckman 1983, 145: „under it“.
Beckman 1983, 145 suggerisce in lacuna: „[you shall remain(?)]“.
Sul vocabolo gārkar cfr. Beckman 1983, 175 e Neumann 1987, 281sgg.. Per un passo analogo cfr. KBo 31.144 Vo. 17'-20' (CTH 500)
Beckman 1983, 147: „[ ... If it is] a healthy human being, in order to cal[l ... ]“.

Editio ultima: Traductionis 01.03.2011