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Citatio: G. Torri (ed.), hethiter.net/: CTH 415 (INTR 2012-07-30)
Rituale di costruzione di un tempio (CTH 415) Manoscritti1
A. (BkA): è un testo di epoca imperiale scritto su una tavola a quattro colonne. Solo le colonne II e III sono conservate. La colonna I e la colonna IV sono molto frammentarie. Mancano l'incipit e il colofone della tavola con l'occasione per la celebrazione del rituale. B. (HaH): testo di epoca imperiale. Solo le colonne II e III sono conservate. La colonna I è molto frammentaria. Mancano sia l'incipit che il colofone. C e D (BkA): Si tratta di testi molto frammentari. A e B sono duplicati. A è una tavola scritta con un maggior numero di righe per lato rispetto a B. Le linee di paragrafo sono tracciate negli stessi punti. Alcune divergenze indicano, tuttavia, che le due tavole devono essere state elaborate da un originale comune ma in momenti diversi. Inoltre B presenta più innovazioni grafiche rispetto ad A. Contenuto Questo rituale è stato edito per la prima volta in Kellerman 1980, 158-198. Una seconda, parziale edizione si trova in Boysan-Dietrich 1987, 60-76. Il rituale è eseguito da un uddanaš EN-aš (A II 18), genericamente „l'officiante“. Si noti inoltre l'espressione alla r. II 29: „Colui che esegue il rituale“. Questo può indicare che l'esecutore del rito non è un sacerdote specifico e che la sua scelta potrebbe essere connessa con la divinità per cui il tempio deve essere costruito. Prendono parte al rito anche dei cantori (A II 7). Questa composizione presenta come particolarità la menzione di divinità non altrimenti note nei testi ittiti, quali NIN.É.MU.UN.DÙ „La Signora ha costruito il tempio“3, probabilmente un epiteto formato ad uso di questo specifico rituale, e Kulla4, divinità non attestata in altri testi di Hattusa. Si deve, inoltre, segnalare la presenza di Ea, spesso menzionato nei testi festivi e nella mitologia di origine hurrita, ma non in altri rituali magici5. Il nome della divinità per cui il tempio è costruito non viene invece menzionato in questo testo, segno che il rito poteva essere destinato alla consacrazione di templi per divinità diverse. La perdita della colonna I non premette di ricostruire l'inizio del rituale. Ugualmente la mancanza della colonna IV non permette di comprendere come si concludesse il rito, né di conoscere il titolo della composizione ed, eventualmente, il nome degli scribi che avevano lavorato alla redazione dei diversi esemplari. I paragrafi §1-5 sono troppo frammentari per una traduzione.
I paragrafi §34-39 sono troppo frammentari per una traduzione. © Universität Mainz – Institut für Ägyptologie und Altorientalistik |
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