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CTH 716.2

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 716.2 (INTR 2011-01-21)

Rituale di evocazione per Ištar di Ninive celebrato dal AZU con recitazioni in hurrita (CTH 716.2)

Testimone

Edizione

Nr. Inv.

Luogo di ritrovamento

A

KBo 24.69

177/n

Bk. N: Büyükkale v/15

+ 284/n

Bk. H: Büyükkale s/17, in phryg. Mauer

B

KUB 27.37

Bo 6635

--

Bibliografia

V. Haas – I. Wegner 1998, Nr. 84-85.

Contenuto

Questo testo, pur dimostrandosi senza dubbio un rituale evocazione per Ištar di Ninive, tanto nelle pratiche quanto nelle azioni rituali descritte, si discosta in gran parte dai rituali di evocazione 'canonici'. Tuttavia, la presenza di alcuni punti di contatto con CTH 716.1 è innegabile, ed è questo il motivo per cui il testo è stato qui preso in esame. È parimenti vero che l'eseguità dei due soli frammenti pervenutici, non consente di individuare altri elementi di contatto che possono certamente essere stati presenti nelle parti perdute. I principali punti di contatto sono contenuti in Vo III 1'-3' dove probabilmente si allude all'azione di trasportare la statua della divinità all'esterno del tempio (cfr. araḫza in Vo III 2') per compiere l'evocazione (cfr. Vo III 3'), come avviene in KUB 15.35+ Ro I 18-19 (cfr. comunque le note al testo), e in Vo III 15'-19' dove vi è probabilmente conservata la descrizione di una processione con la statua della divinità, secondo un uso già attestato in altri rituali di evocazione (cfr. le note al testo).

Il sacerdote addetto alla celebrazione del rituale è il AZU (cfr. Vo III 9'), già noto sia come autore di rituali di evocazione (v. CTH 483 e CTH 484) sia come celebrante di feste in onore della stessa Ištar di Ninive; per alcuni esempi cfr. KUB 10.63 (CTH 715) passim, KUB 27.16, passim (CTH 714.1) e KUB 10.27 Ro I 11', 17' (CTH 714.2).

Datazione

Nonostante per questo rituale ci siano pervenuti due soli testimoni, e in aggiunta di ridotte dimensioni, si possono comunque fare delle considerazioni di carattere paleografico.

2.A. (KBo 24.69) presenta un ductus IIIb, come risulta dai segni AL, LI, URU, ḪA e AḪ. Si noti, tuttavia, la presenza di alcune grafie in scriptio plaena, ovvero sia ir-ḫa-a-an-zi in Vo III 5', ḫu-u-up-ru-uš-ḫi-in in Vo III 8' e [ar-r]a-a-an-zi in Vo III 19', le quali lasciano intendere che il testo sia stato copiato da un originale più antico, presumibilmente di epoca medio-ittita.

2.B. (KUB 27.37) presenta anch'esso un ductus NH, ma certamente più recente rispetto a 2.A, che può essere tendenzialmente datato come IIIc. Questo risulta evidente dalla forma di ḪA (Ro II ), che presenta un solo cuneo aperto, di LI, che si presenta sempre nella variante più tarda, di Á e DA, con i tre orizzontali singoli, e, infine, di AL. Purtroppo il frammento non conserva parti in ittita, se si eccettuano le ultime tre righe di cui sono conservati solo 3-4 segni, perciò non possono essere fatte considerazioni di carattere linguistico utili alla datazione.

© Universität Mainz – DPHT – Rituale / Institut für Ägyptologie und Altorientalistik


Editio ultima: 2011-01-21






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