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CTH 440

translatio

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 440 (TRit 24.06.2011)

(kola 1-6 troppo frammentari per la traduzione)
7 -- [ … ] … [ … ]
(kola 8-14 troppo frammentari per la traduzione)
15 -- [ … ] dentro [l'edifi]cio va1
16 -- (e) i quattro ango[li … ]
17 -- [ … ] ...2
18 -- Ma successivamente una sedia piccola, un(a) [ … ] … [ … ] … tutti i semi, argento, oro, [ … ], [q]uarzo?, [pietra di Babi]lonia, lana bianca, lana rossa, lapislazzulo3, ciascuna di queste cose [prende] un [po'] (alla volta)4
19 -- (e) le prepara [ … ] ...
20 -- Quindi la sacerdotessa solleva un/il ḫūta-5 davanti agli dei
21 -- essi devono [es]sere(?) [ … ]
22 -- gli dei [per? Ḫa]mrišḫara6 dal passato e dal presente7 … [… ] per ciò che riguarda la condizione di madre, di padre, di serva (e) di servo annaššes8 [si]ano!
23 -- ...
24 -- Il [tr]ono la?9 liberi
25 -- [I/le … ] e le colonne la? liberino
26 -- gli angoli la [ … ]10
27 -- [ … ] la [ … ] ...11
28 -- [ … cos]ì(?) grid[a(?)]
29 -- “La casa diventi pu[ra!]
30 -- [ … ] . [ … ]
31 -- [ … ] . [ … ]
32 -- la divinità solare [ … ]
33 -- [ … Ḫamriš]ḫar[a (…)] gli dei pari[menti … ]
34 -- [ … ] . [ … ]
35 -- M[a] successivamente [ … ]
36 -- [ … ]
37 -- [ … pari]menti [fa?] il giro
38 -- [Ma] poi [ … ] … [ … ] tre pani … [ … ]
39 -- [ … ]
40 -- ciò prende da davanti [ … ]
41 -- il/un ḫu[da- … ]
42 -- [ … ] dovete essere
43 -- [e(?)] il ḫuda- di Ḫa[mrišḫara nel modo se]guente via . [ … ]
44 -- La sacerdotessa [ … ]
45 -- … [ … ] … [ … ]
46 -- [ … ] … egli/essa deve [ … ] ...
47 -- il ḫut[a- di Ḫam]rišḫa[ra … ]
48 -- [ … ] … [ … ] … [ … ] ...
49 -- … [ … ] … [ … ]
50 -- [ … ] … [ … ]
51 -- Ma quando/come [ … ] … [(...)]
52 -- Ma essa (sc.: la sacerdotessa MUNUSŠU.GI?) rip[et]e nel mo[do seguen]te:
53 -- “Sia purificata!”12
54 -- [ … ] … [ … ] … [ … ]
55 -- Deve essere purifi[ca]ta.
56 -- Le quattro co[lonn]e(?) [devono essere/sono] purificate.
57 -- Quindi fa il giro
58 -- [ … ] ...
59 -- Ed essi/ciò verso? la casa … [ … ]
60 -- (e) ciò prende.
61 -- [ … ] v[a(?)]
62 -- [p]oi li [fa] a pezzi [sot]to i suoi piedi13
63 -- idem sia purifi[cato/a(?)]
64 -- [ … ] … [ …] … [ … ] i suoi piedi … 14
65 -- [ … ] … dal(la) [ … ], dal padre, [dalla] madre, dal fratello, dalla sorella … [ … ]
66 -- idem sia purifi[cato/a(?)]
67 -- [ … ] … [ … ]
68 -- [ … ] … [ … ]
(Ro. 52' sgg. soltanto tracce di segni)
69 -- [ … ] … [ … ]
70 -- [ … ] … [ … ]
71 -- vacat
72 -- [ … ] con vino [ … ]
73 -- [ … così(?)] dice/parla
74 -- [ … ] un uccello grande, un pa[ne l]uwammi-15 [ … essa]...
75 -- Quindi [ … ]
76 -- [Poi l]o16 uccide.
77 -- Un uccello šūra[šūra- … ]...
78 -- lei [si] allonta[na(?)]17 un po'
79 -- [ … ] via il fumo/vapore … [ … ]
80 -- [ … ] … prende/mette.
81 -- (Quindi) fa il giro dei cinque uccelli.
82 -- Lei però [ … ]...
83 -- [ … ] … prende
84 -- Li butta nei turiboli
85 -- [e] getta i tu[riboli dentro la terra]18.
86 -- (Quindi) [spezz]a cinque pagnotte sottili
87 -- (e) li19 getta dentro la terra.
88 -- Prende (alcuni) vasi ḫupuwai- 20di vino
89 -- [(e) li ver]sa [dentro la terra]21,
90 -- però fa a pezzi tre vasi ḫupuwai-,
91 -- (quindi) tutti i vasi ḫupuwai- pari[menti … ]
92 -- Ma essa (sc.: la sacerdotessa MUNUSŠU.GI?) rip[et]e nel mo[do seguen]te:
93 -- “ecco ciò brucia: lo spergiuro, la maledi[zione … ], [ … ], la bocca22;
94 -- ci[ò] diventi per [le]i (= Ḫamrišḫara?) olio e miele!
95 -- Questi (oggetti) devono bruciare!
96 -- … [ … ]
97 -- [ … ] … gli dei p[er(?)] Ḫamrišḫara devono [ … ]”.
98 -- [Quin]di (la sacerdotessa) gett[a] sale nel focolare23
99 -- [ … ] sbricio[la(?)]
100 -- [Quand]o finisce,
101 -- [recita nel modo seguente:]24
102 -- [“E]cco a/per me (c'è) un sosti[tuto(?)],
103 -- egli (= il sostituto?) deve mettersi/stare [accanto/vicino(?) ... ]25
104 -- [ … essi ] … devono essere [ … ]
105 -- [ … ] gli spergiu]ri [e(?)] le maledizioni [ … ]
106 -- [ … ] colui che [ … ] … [ … ]
107 -- [ … ] tributi (acc. plur.) [ … ]
108 -- [ … ] (sono) sistema[ti] su un pane sottile
109 -- [(e) ciò(?) all]a divinità pre[senta]
110 -- [ … ]
111 -- [ … male]dizioni [e(?)] spergiuri [ … ]
112 -- [ … ]
113 -- se sopra [a qual]che parola/fatto [ … ]
114 -- [ … ]
115 -- io [insieme a] mia [mo]glie, ai miei figli, ai [miei] nipoti dagli spergiuri e dalle maledizioni [possa essere/diventare(?)]26 pur[o!]
116 -- Ma [po]i [dentro(?)] a una pentola [ … ]
117 -- [ … ] … l'uccello dalla pentola si fa usci[re]
118 -- so[pra … ] ...27
119 -- (e) parimenti [fa] il giro.
120 -- [Quindi] un? uccello dentro alla pentola [ … ]
121 -- [ … ]
122 -- [ … lana] ali-(?) si mette;
123 -- [ … ] 'il signore del rituale' [è stato] oggetto di maledizione
124 -- [ … ] … [ … ] … hanno macellato.
125 -- … [ … ] ...
126 -- [ … ] inoltre … [ … ]
127 -- [Quin]di la sacerdotessa … [ … ]
128 -- [ … carne (ritualmente pura)(?), carne cru]da, car[ne … ], ossa della [co]scia28, carne(?) ta[glia]
129 -- [ … ] con [il fuoco] si bruciano
130 -- (e) si mettono [queste cose] davanti alla (statua della) divinità.
131 -- [ … ]
132 -- [ … ] idem … [ … ]
133 -- [ … ] d'oro il suo collo … [ … ]
134 -- [ … ] a/per colui che/chiunque [ … ]
(kola 135-142 troppo frammentari per la traduzione) (kola 143-147 troppo frammentari per la traduzione)
148 -- Prima tavoletta del(la) [ … ]
1
Soggetto di questa frase è molto probabilmente il celebrante, forse la MUNUSŠU.GI, citata poco oltre in Vs. 27'.
2
La forma verbale tamezzi, in cui si può riconoscere una forma di terza persona singolare del presente, non è riconducibile a nessun termine di significato conosciuto. Fermo restando che un'assimilazione di /š/ davanti a /z/ non è riscontrata si può escludere anche che si tratti di una forma del verbo tamaš-/tameš- „imprimere, premere“.
3
Il segno del determinativo NA4 è parzialmente rovinato, tuttavia si possono distinguere chiaramente la testa di un cuneo orizzontale e tre cunei aperti, tracce che fanno propendere proprio per la lettura NA4. Tuttavia in base alla successione degli oggetti elencati sembrerebbe più logica la presenza di un terzo tipo di lana colorata, ovvero „lana blu“, e quindi la presenza di SÍG invece che NA4. Si potrebbe forse ipotizzare un errore scribale.
4
Per alcuni passi paralleli cfr. KBo 15.24+ Ro II 37'-39' (CTH 415.A), KBo 15.10 Vs. I 8-9 (CTH 443). Cfr. inoltre CHD P, 127 s.v. parā 9 b.
5
Per il termine ḫūta- cfr. Melchert 1993, 78 con bibl. precedente. Tuttavia questo termine che deve con ogni probabilità essere interpretato come oggetto del verbo šarā ēpzi, è un oggetto concreto che si trova deposto davanti alle (statue delle) divinità e che la MUNUSŠU.GI prende sollevandolo da terra (šarā ēpzi), come interpreta correttamente CHD L-N 278b. Quindi l'interpretazione „haste, alacrity“ proposta da Meclhert, almeno in questo contesto, non sembra essere condivisibile. Piú probabilmente si tratta, quindi, di un termine omografo, ma di significato diverso. La soluzione può forse essere trovata nel frammento KBo 22.105 (CTH 487) dove il termine ḫuda- compare due volte (Ro. 3' e 9') preceduto da un segno non interamente conservato ma che, come conferma anche la collazione sulla foto, può essere letto DUG, per cui questo vocabolo potrebbe indicare un vaso. Non si sottovaluti inoltre che KBo 22.105 è probabilmente un rituale per la dea Išḫara, il cui nome riccorre in Ro. 8' e Vo. 7. Si veda inoltre KBo 44.47, 11' (CTH 470.1157): DUGḫu-u-da-a[š(-)/-a[n(-) e KBo 32.155 Ro I 4' (CTH 470.1961): DUGḫu-da-an-ni-ma-⌈kán⌉. Dunque potrebbe trattarsi anche in KUB 35.92+ Vs. 27' dello stesso termine, ovvero di un vaso, in cui si può identificare l'oggetto del verbo ēpzi.
6
L'integrazione [A-NA ḪA-]AM- … proposta in Starke 1985, 402 richiede troppo spazio nella lacuna. Il nome della divinità può comunque essere considerato come un dativo anche senza la proposizione accadica ANA.
7
Cfr. Melchert 1979, 262. Per contesti analoghi cfr. KBo 51.50, 8'-9' (CTH 458)
8
Si è interpretato annaššeš come predicato di DINGIRMEŠ di Ro. 28'; cfr. Melchert 1993, 12.
9
Il contesto generale suggerisce che il pronome enclitico si riferisca a Ḫamrišḫara. La traduzione resta comunque molto incerta.
In lacuna vi sarà quasi certamente una forma di imperativo.
La desinenza -du suggerisce che anche in questo kolon vi sia una forma verbale all'imperativo.
Potrebbe trattarsi della purificazione della casa (É) che compare più volte all'interno del testo.
Per l'azione rituale di spezzare qualcosa con i piedi cfr. KBo 2.3++ Vo. III 45-47 (CTH 404.1.II.A), dove due EN SISKUR spezzano una scodella (DUGDÍLIM.GAL).
La forma ḫūtazzimizzi, presumibilmente un presente indicativo di 3a. Pers. Sing., rimanda a una radice ḫūtazzimiya- che non risulta tuttavia altrimenti attestata.
Questo tipo di pane è attestato anche in KUB 25.50 II 3, 8 (CTH 705) un testo in cui sono elencate offerte di pani a una serie di divinità hurrite (cfr. Wegner 2002, 176). Melchert 1993, 130 sulla base di Starke 1990, 328 che interpreta luwammi- come participio sostantivato del verbo lū(wa)- „giessen“, traduce „that which is poured“.
Il pronome è riferito forse al MUŠEN.GAL citato alla riga precedente.
Si presuppone la presenza di una forma medio-passiva del verbo watku-.
Si ipotizza un'integrazione ḫu[-u- up-ru-uš-ḫi-ia-aš an-da ḫa-aš-ši-i] oppure ḫu[-u- ma-an-da an-da ḫa-aš-ši-i].
Il testo presenta l'accusativo singolare del pronome enclitico, forse da intendere come collettivo.
Per (DUG)ḫupuwai e (DUG)ḫupuwaya come varianti di Nom.-Acc. Plur. cfr. Rieken 2004, 538-539.
Si intende probabilmente che viene versato il contenuto dei vasi, ovvero il vino.
L'intepretazione di questo kolon resta molto problematica. Il termine warani, che Starke 1990, 405 interpreta come luvio, sembra piuttosto una forma verbale ittita dal verbo war- „bruciare“. La sua posizione risulta insolita soprattutto in rapporto ai sostantivi che seguono; non è cioè chiaro se gli oggetti elencati dopo la forma warani vengano bruciati.
Per un'azione rituale analoga cfr. KUB 45.23+ (CTH 780) Vo IV 4-5.
La presenza del verbum dicendi è suggerita dal successivo discorso diretto.
Per un contesto in parte simile cfr. KUB 42.94+HHT 80+ Vo IV 10'-11' (CTH 448.1.b.A), per cui cfr. Taracha 2000, 50-51, 130 oppure KBo 4.6 Vo 14'-15' (CTH 380.A).
Si suppone la presenza in lacuna di una forma di prima persona dell'imperativo del verbo essere oppure del verbo parkuešš-.
I segni ]-nu-un subito dopo la lacuna fanno chiramente oensare a una desinenza della prima persona del preterito.
Per UZUwallaš ḫaštai „Knochen des Oberschenkels“ cfr. HW2 Ḫ, 429a.

Editio ultima: Traductionis 24.06.2011